terça-feira, 29 de julho de 2014

FFI: denunce, carabinieri e censura. Solidarietà a Francesco Colafemmina (Redattore di Fides et Forma)


Solidarietà, fraternamente riconoscente, all'amico Dott. Francesco Colafemmina ed alla sua Consorte per l'incredibile vicenda della denuncia penale che è stata sporta contro di lui , con animo caritatevole, da uno degli attuali " Superiori " dei Francescani dell'Immacolata ( nella nuova struttura de-manellizzata ).
Pare evidente che, secondo la mens di qualcuno, la denuncia penale scagliata contro il Redattore di " Fides et Forma " deve assumere il significato di un monito per tutti coloro che , per grazia di Dio, sono ancora in grado di scrivere parole di cristiano ed umano affetto verso i perseguitati ed afflitti Frati Francescani dell'Immacolata .
Noi " servi inutili " fedeli all'insegnamento del Signore « Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi » (Gv 8,32) continueremo ad elevare le nostre suppliche alla Vergine Santissima Maria perchè continui ad assistere sotto il Suo manto i tanti ragazzi che, chiamati dal Signore, avevano lasciato la famiglia ed il lavoro per dedicarsi, con animo puro e semplice, alle cose di Dio nell'Ordine dei Francescani dell'Immacolata e che ora si ritrovano privati di tutto ed in mezzo alla strada !
Di questo scempio umano ed ecclesiale " ... di sicuro non taceremo, né ora né allora, Deo adiuvante ".
Un fugace accenno anche alle Chiese ed ai Conventi che, dopo decenni di abbandono, erano stati restaurati e riaperti grazie all'entusiamo e alla generosità dei fraticelli e che ora, a motivo della nuova " impostazione " dell' Ordine, si ritrovano chiusi ...
Qualcuno risponderà davanti a Dio Onnipotente di tutto questo !
Solidarietà riconoscente dunque a Francesco, a sua Moglie ed un sincero ringraziamento al Giornalista Dott. Marco Tosatti, autore dell'Articolo ( v.sotto ) : una delle poche ed intelligenti voci " fuori del coro " , impegnato nella salvaguardia di quel che resta della Civiltà e delle Radici Cristiane .
In unitate orationis
 
 
 

FFI: denunce, carabinieri e censura.
Marco Tosatti su La Stampa [qui]:

 


Dagli Stati Uniti ci hanno mandato il testo di una lettera che Francesco Colafemmina, titolare di un blog molto noto e seguito in campo ecclesiale, "Fides et Forma", racconta la sua storia. Così presenta il blog l'autore: "filologo saggista e scrittore pugliese con la passione per l’arte e l’architettura sacra. Certo per quell’arte che autenticamente incarna il cattolicesimo e la tradizione della Chiesa. Oggi viviamo in una convulsa società occidentale decadente e smemorata. Viviamo in un mondo dove la bellezza è un semplice guizzo, un momento destinato a svanire, ad esser risucchiato nel magma delle immagini, delle sensazioni, delle emozioni che scolorano il quotidiano in una pellicola già vista, noiosa e ripetitiva. Il mio obiettivo sin dall’anno di creazione di “Fides et Forma” è stato quello di dar voce a quell’anima antica del cattolicesimo rimasta sepolta sotto le coltri della retorica dell’aggiornamento. Una strana dinamica tendente ad annullare l’identità della Chiesa in una vagamente irenistica idea di modernità e di progresso avevano ridotto anche l’arte e l’architettura sacra a mere larve prive di senso".


Alcune chiose al frate FI nuovo corso intervistato da Radiospada

Apro le chiose di EP che seguono, in ordine all'intervista al frate felice dalle idee come minimo un po' confuse e in un contesto kafkiano, con la riflessione di un lettore: come mai i Camilliani, tanto per fare un esempio, non sono stati commissariati? Scandalo per milioni di euro, sostituzione di persona, sequestro di persona, superiore generale e compagni in galera e nessuno fa niente? Vogliamo parlare delle suore eretiche americane proaborto ? Vogliamo parlare delle scandalose messe yoga dei Camaldolesi ? E nessuno fa o dice nulla? Poi sei o sette frati si lamentano per il breviario in latino e scatta il commissariamento? Siamo alla farsa... questa "gente anonima" non merita neppure un pernacchio... sono solo dei poveracci rinnegati e fanno pena, anzi anche un tantinello schifo !
Possono farci tutta la pena e lo schifo che vogliamo (riferito, più che alle persone, alle loro idee e comportamenti); ma sta di fatto che il papa ascolta loro e non i fedeli dell'ala tradizionale. Di altro non pare gli importi un bel niente: di fatto gli interessa solo il "lío" che piace a lui. Mentre invece il "lío" che infanga la Chiesa, quando non è addirittura ben accolto, non sembra neppure sfiorare il Soglio che, nel frattempo, ha perso molta della sua sacralità...(MG)

Leggo su Radio Spada l'intervista a un frate ribelle normalista e non posso non permettermi qualche chiosa.

Tolti i "non so, non mi risulta" (che costituiscono più della metà dell'intervista), c'è un dato che torna molto spesso: il rifiuto di pregare il breviario in latino, "che non si capisce". L'intervistato dà l'impressione che il commissariamento sia stato per buona parte edificato su quel rifiuto.

Il breviario tradizionale in latino è oggettivamente "più lungo" (le ore canoniche sono nove salmi ciascuna, contro i "due salmi e un cantico" del breviario postconciliare). La questione del "latino che non si capisce" è del tutto strumentale perché chi prende i voti è tenuto a recitare il breviario ogni giorno: dopo qualche mese a recitare preghiere in latino tutti i giorni a tutte le ore canoniche il latino finisce per diventare la tua seconda lingua. Lo assorbi anche se non capisci, così come i giovani di oggi padroneggiano i termini "week-end", "meeting", "smartphone". Il latino diventa parte del tuo esprimerti anche se sei analfabeta. Chi si lamenta di "non capire il latino" sta infatti dicendo che lo detesta, che non ha alcuna intenzione di usarlo, tanto meno di comprenderlo. Sta cioè opponendo un rifiuto capriccioso. Si pensi poi al fatto che le canzonette chiesastiche moderne si accordano bene col breviario Novus Ordo ma suonano del tutto fuori luogo se allegate al breviario tradizionale.

Insomma, viene il legittimo sospetto che quei frati "ribelli al breviario tradizionale" da un lato temono di dover pregare di più (cfr. l'excusatio non petita delle "5 ore di preghiera al giorno") e dall'altro si rifiutano di lasciar fuori le canzonette parrocchiali fastidiosamente in voga nelle comunità religiose Novus Ordo. Sono convinto che questo sia uno degli inconfessati obiettivi dei frati "ribelli al breviario tradizionale": l'ostentato omologarsi all'andazzo ecclesiale per sentirsi "à la page".
http://chiesaepostconcilio.blogspot.pt/