terça-feira, 26 de agosto de 2014

Padre Lorenzo van den Eerenbeemt : La presenza di Dio


 p. Lorenzo van den Eerenbeemt
c1  Epistolario fra p. Lorenzo
e m. M. Crocifissa


c1 Lettere alle suore

c1 Cronistoria della chiesa s. Maria delle Vittorie


c1 Peregrinatio Mariae

c1 La presenza di Dio

c1 s. Teresa del bambin Gesù
c1 biografia di madre M. Crocifissa:
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c1 Compendio della vita di s. Maria Maddalena de' Pazzi
95  un anno con p. Lorenzo

 La presenza di Dio


  la presenza di Dio
  presenza d'immensità
  presenza di Grazia
  presenza d'Incarnazione
  abbandono in Dio




 Alle Suore Carmelitane del Terz’Ordine[1]

 Dalla recente Rivista in lingua inglese Ascent  (ascesa) , dedicata alle Suore Carmelitane, ci permettiamo tradurre nella nostra lingua il primo articolo del Rmo P. Generale dell’Ordine, Kilian Healy, articolo che ci è sembrato molto opportuno, perché basilare per la spirituale formazione delle nostre consorelle.

La Presenza di Dio
In conversazione con un professore di Seminario, domandai quale fosse, secondo lui, la più importante pratica di pietà, da insegnare ai seminaristi. Questi sostò alquanto e poi rispose: “Non ho altro che parafrasare le parole del Cardinal Newman: gli si faccia ricordare la presenza di Dio, costantemente inculcando questo esercizio ed il seminarista non potrà non arrivare alla santità richiesta dallo stato clericale.”
La Parola dell’Eminentissimo Presule, o buone Suore, è proprio adatta alla vostra vita: se si vuole essere fedeli alla professione che vi obbliga ad arrivare alla santità, è uopo impegnarvi costantemente a vivere alla presenza di Dio, ricordandovi che egli è sempre con voi e sopra e sotto e intorno a voi.
Non può considerarsi sufficiente, il consacrare solamente la minima parte del giorno al Signore, mediante la preghiera in comune e poi dimenticarlo nel resto della giornata. Santità implica intimità con Dio, ciò non si può ottenere se non con uno sforzo costante di risveglio della Sua Divina Presenza.
Anche assillate dalle molteplici incombenze giornaliere, Iddio non deve trovarsi totalmente assente alla vostra mente, ma deve cercarsi nell’intimo della vostra intelligenza e nel recesso profondo del vostro cuore. Se vi date un momento di pace nell’anima, che i vostri pensieri volino immediatamente a lui.
Ma è possibile una vita così intima con Dio? I Santi ve ne daranno la risposta.
S. Teresa del B. G. confessa che tre minuti non passavano senza un richiamo alla presenza di Dio.
S. Paolo della Croce, fondatore della Congregazione dei Passionisti, manifestò al suo direttore di Spirito: “Se qualcuno mi domandasse in qualsiasi tempo, a che cosa io pensi, risponderei che io non ho altro pensiero che Dio.”  [p. 1[2]]
Non vi è santo sugli altari che non abbia insegnato di vivere costantemente alla presenza di Dio[3].
E anche noi dunque possiamo camminare con Dio. Però bisogna prima conoscere in che modo Iddio sia presente nel nostro essere, per poter corrispondere alla sua presenza, fino a che, vivere con Dio diventi facile, abituale e quasi naturale come il respiro.
Miglior via non vi è per addestrarsi in questa pratica, quanto fissare gli occhi al modello di ogni suora, all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, la Donna “vestita di sole, la luna sotto ai suoi piedi, e sulla testa una corona di dodici stelle” Maria Immacolata, lei che irradia di splendore divino, a cui nella pratica della presenza di Dio nessuno può avere eguale. Essa era conscia della Sua presenza ogni momento della Sua vita razionale.
Riflettendo sulla vita di Maria, troviamo che Iddio Le era presente in triplice modo: presente per la sua immensità, come lo è in tutte le creature primieramente; presente con la sua grazia, dimorando in lei come ospite divino, dal momento della Sua Immacolata Concezione, ed in fine Egli le era presente come Dio-Incarnato, perché la Parola, il Verbo, diventò Carne in Maria.
Maria comprese perfettamente questi tre modi di Divina Presenza, senza alcun dubbio, era Essa una vera contemplativa, la Vergine della profonda riflessione, assorta ogni istante in adorazione divina. Di conseguenza evitando ogni perdita di tempo in frivoli discorsi, Essa non andava soggetta ai tristi effetti del peccato originale, d’ignoranze, di distrazione e vane curiosità.
Se San Paolo della Croce poteva dire di essere sempre assorto in Dio, quanto più Maria, che più d’ogni altra creatura, era con lui più intimamente unita.
Consideriamo ora più attentamente questi tre modi della Divina presenza: d’immensità, di grazia e d’Incarnazione.
Nel seguente punto li mediteremo[4] più accuratamente in loro stessi, nella vita di Maria, e come essi devono poi riflettersi nella nostra Vita.leggere...
  
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